Chiesa di Sant'Eulalia
La chiesa parrocchiale, già documentata nel 1365, dedicata dagli aragonesi alla santa martire barcellonese, subisce modifiche fino al XX secolo.
Fu ristrutturata nel XVI secolo e più avanti, fino all'intervento novecentesco a seguito dei danni riportati nel bombardamento di Cagliari del 1943.
Ha pianta mononavata lunga circa 30 m, con otto cappelle, quattro per lato, che si affacciano sull'aula con un arco ogivale. L'aula ha tre campate coperte con volta stellare e gemme pendule. Il coro si sviluppa su una pianta quadrata, sovrastato da una cupola emisferica.
La facciata, rincassata tra due contrafforti, ha un portale architravato sormontato da una lunetta modanata con centina impostata su peducci. In asse con il portale un grande oculo illumina l'interno dell'aula. Una teoria di archetti trilobati corona il prospetto. Il campanile, alto quasi 40 m, è addossato al fianco d. della facciata.
Dalla piazzetta attigua alla chiesa è ben visibile, oltre la facciata, il fianco S/O, con quattro specchi divisi da lesene, entro i quali tre monofore a sesto acuto nascono dalla cornice che divide gli stessi specchi, chiudendosi rispettivamente con tetto a due falde. Un portale architravato, sormontato da lunetta ogivale decorata con una scultura della Madonna con il Bambino, consente l'ingresso da una delle cappelle laterali.
Di rilievo architettonico la copertura interna del presbiterio e della navata con volte a crociera e i ricchi altari marmorei policromi. Tra le opere artistiche, di spicco il dipinto della "Cena di Emmaus" di G. Marghinotti (1863) e "La cena del Signore" del cagliaritano A. Caboni (1858), pregevole tela che riproduce il celebre cenacolo di Leonardo.