Paramenti
L’insieme di paramenti liturgici in parte sono conservati in un moderno armadio costruito appositamente per il Museo, in parte esposti in alcune teche della prima sala.
Degna di nota è la Pianeta della Passione databile alla metà del Seicento, attribuibile a ricamatori liguri, specializzati nel rendere sulla stoffa disegni di pittori del tempo. E' detta della Passione perché nel medaglione centrale della parte frontale è raffigurato Gesù in preghiera nell’Orto del Getzemani mentre sul retro il Cristo è rappresentato nel Pretorio nella condizione di tale dolore e sofferenza da non avere più sembianza di uomo, come recitava il profeta.
Sul cappuccio del piviale, arricchito da fiocchi ricamati in argento, circondato da un luminoso nimbo a raggiera, campeggia un pellicano che si becca a sangue per nutrire i suoi piccoli, analogia salvifica di Gesù Cristo che si sacrifica per i suoi figli. Il simbolico volatile poggia su un libro chiuso da sette sigilli che, come ricorda l’Apocalisse, possono essere aperti solo dal Cristo.
Il sangue del pellicano è figura del sangue di Gesù Cristo sparso per la salvezza dell’umanità. Sulla pianeta, sul piviale e sulle tunicelle, nelle loro parti posteriori basse è ricamato lo stemma marchionale della famiglia Zapata, donatrice del prezioso parato e quello dell’Arciconfraternita del Santo Sepolcro, beneficiaria della donazione.
Nell’armadio apposito sono custodite, tra le altre, due pianete fondo perla, una pianeta porpora con l’emblema araldico del Papa Leone XIII e una pianeta nera con lo stemma dell’Arcivescovo di Oristano Francesco Maria Sisternes di Oblites: il presule arborense morì a Cagliari il 21 Giugno 1812 e fu sepolto nella Cripta del Santo Sepolcro. Altro parato di rara preziosità è quello composto da dieci elementi: piviale, pianeta, due tunicelle, velo omerale, due stole, due manipoli e una borsa porta-patena, databili alla fine del settecento.